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Credito di imposta come funziona?

-parte II-


Il Mise ha recentemente chiarito alcuni dubbi in merito al credito di imposta in particolare  è il caso di precisare che in sede di rilascio della certificazione della documentazione contabile non è richiesta al soggetto incaricato della revisione legale dei conti (ovvero, nel caso di imprese non tenute al controllo legale dei conti) alcuna valutazione di carattere tecnico in ordine all’ammissibilità al credito d’imposta delle attività di ricerca e sviluppo svolte dall’impresa. Questo viene precisato dalla circolare del MISE, Circolare 15 febbraio 2019, n. 38584

I dubbi erano sorti in capo agli operatori dopo le modifiche introdotte dalla Legge di bilancio 2019 in merito a tale agevolazione. Infatti, il legislatore ha stabilito che:

  • la certificazione è obbligatoria  anche per le imprese che prima erano esonerate al controllo legale dei conti 
  • l’adempimento di tale obbligo è una  condizione formale per il riconoscimento e l’utilizzo del credito d’imposta. 

Credito di imposta come si calcola?

L’agevolazione consiste in un credito d’imposta del 50% su spese incrementali in Ricerca e Sviluppo, riconosciuto fino a un massimo annuale di 20 milioni di €/anno per beneficiario e computato su una base fissa data dalla media delle spese in Ricerca e Sviluppo negli anni 2012-2014.
Il credito d’imposta può essere utilizzato, anche in caso di perdite, a copertura di un ampio insieme di imposte e contributi.

Cosa rientra nel credito di imposta?

-Credito di Imposta per la digitalizzazione
-Credito di imposta per la formazione
-Credito di imposta per strumenti e attrezzature

La misura è applicabile per le spese in Ricerca e Sviluppo che sostenute nel periodo 2017-2020.

Se vuoi saperne di più: Credito di Imposta

 

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